Dopo l'acceso dibattito sul nucleare che ha portato ad abbandonare questa forma di energia in gran parte dei Paesi europei e non, anche il Giappone, da cui è partito questo dibattito dopo il disastro accaduto alla centrale di Fukushima, sembra aver cambiato rotta. Ma non è così scontato il passaggio dal nucleare alle fonti rinnovabili, come sarebbe facile immaginare.
Il Giappone sembra infatti voler preferire all’energia solare, eolica e geotermica, le fonti fossili, in particolare il carbone. Il piano energetico appena approvato dal primo ministro Shinzo Abe sottolinea come il carbone sia ancora fondamentale per migliorare l’approvigionamento energetico giapponese.
Le 10 maggiori aziende elettriche del Giappone, nel solo gennaio 2014, hanno consumato 5,66 milioni di tonnellate di carbone: una cifra record, con un aumento del 12% rispetto all’anno scorso. Il piano giapponese riconosce l’impatto del carbone e vuole mitigarlo utilizzando delle tecnologie specifiche: una di queste è l’Integrated Gasification Combined Cycle (IGCC), noto anche come ‘carbone pulito’.
Nei sistemi IGCC il carbone non viene bruciato direttamente, ma reagisce con ossigeno e vapore per formare il syngas: inoltre viene utilizzato per più cicli, massimizzando così la produzione energetica e minimizzando le emissioni nocive.
Video: Fukushima- Aumenta livello radiazioni
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